Don Francesco Lombardi

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Cenni biografici

Don Francesco Lombardi

(1851-1922)

 

 

Don Francesco Lombardi nacque a Terzorio (IM), paese della Diocesi di Ventimiglia, il 24 febbraio 1851, da Gio Battista Lombardi e Giulia Ferrari[1]. Fu battezzato il giorno seguente, nella Parrocchia di San Giovanni Battista[2]. All’età di 8 anni, il 9 marzo 1859, ricevette il sacramento della Cresima[3].

Fin da giovane, manifestò una vocazione al sacerdozio, seguendo un percorso di formazione che si svolse in varie tappe. Per tre anni, dal 1864 al 1867, il Servo di Dio rimase presso il Monastero dei Benedettini a Subiaco; poi andò presso il Convitto dei Vincenziani a Sarzana (1868-1870); successivamente, presso il Convitto degli Scolopi a Savona (1870-1872) e, infine, presso il Seminario di Ventimiglia (1872-1874).

Fu ordinato sacerdote il 19 settembre 1874 da Mons. Giovanni Pietro Sola, Vescovo di Nizza[4]. Dopo alcuni mesi, in cui fu economo nella Parrocchia di Terzorio (IM), il 9 novembre 1875, fu inviato, prima come Amministratore parrocchiale e poi, dal 9 febbraio 1977, come Parroco[5], a Bussana, oggi frazione di Sanremo (IM)[6], dove rimase a svolgere il suo ministero fino alla morte, per ben 47 anni.

Esercitò la sua attività di pastore di anime con profondo zelo, in un’epoca difficile, segnata da contrasti tra lo Stato e la Chiesa e da forti tendenze anticlericali. Fin dai primi anni di ministero, si dedicò a riorganizzare la vita parrocchiale e a riavvicinare i fedeli ai sacramenti. Si impegnò poi, in tutti i modi, nel corso della sua vita, a diffondere la devozione al Sacro Cuore di Gesù[7], che costituì il perno della sua spiritualità e della sua azione pastorale.

Rimase sempre vicino ai suoi fedeli, soprattutto nelle avversità, e quando, il 23 febbraio 1887, Bussana venne rasa al suolo da un violentissimo terremoto, don Francesco Lombardi si prodigò senza sosta per aiutare la popolazione affidata alle sue cure. Da apostolo instancabile, lavorò incessantemente per la ricostruzione e cercò di coinvolgere tutti a collaborare, inviando, in tutta Italia, lettere circolari per sollecitare la carità verso chi era rimasto privo di tutto. Tra le macerie del terremoto, il Servo di Dio seminò la speranza ed elaborò un progetto grandioso: la costruzione, nella nuova Bussana, di un Santuario da dedicare al Sacro Cuore. Nella realizzazione di quest’opera, che poi divenne meta di tanti pellegrinaggi, il Servo di Dio incontrò molti ostacoli, ma non si lasciò abbattere, essendo animato da una smisurata fiducia in Dio.

Oltre al Santuario, il Servo di Dio seppe essere sentinella dei bisogni che affioravano nel sociale e realizzò così molte iniziative per soddisfarli, tra cui: l’asilo per i bambini, il nido per i lattanti, un ricovero per i vecchi, l’oratorio per i ragazzi e il laboratorio femminile per le ragazze. Promosse anche, in Bussana, una Società Operaia Cattolica di Mutuo Soccorso e una Cassa Rurale, collegata alla stessa. Fondò, inoltre, un bollettino periodico legato al Santuario e diede vita ad una tipografia. In seguito allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, instituì un orfanotrofio per le fanciulle.

Dopo una vita spesa in un apostolato multiforme, portato avanti per l’amore per Dio e per il prossimo, don Francesco Lombardi si ammalò, verso la fine di gennaio del 1922, e, ricevuti gli ultimi sacramenti, morì il 13 febbraio dello stesso anno

 

[1] Cf. Summarium Documentorum, Doc. 2.

[2] Cf. Summarium Documentorum, Doc. 3.

[3] Cf. Summarium Documentorum, Doc. 4.

[4] Cf. Summarium Documentorum, Doc. 7.

[5] Cf. Summarium Documentorum, Doc. 9.

[6] Il Comune di Bussana è passato a quello di Sanremo nel 1928.

[7] Cf. Summarium Documentorum, Doc. 10.

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