Zélia Pedreira Magalhães

Zélia Pedreira Magalhães


Cenni Biografici della Serva di Dio Maria do Santíssimo Sacramento
-al sec. Zélia Pedreira Magalhães-
(1857-1919)

Zélia, primogenita di João Pedreira do Couto Ferraz, dal 1853 fu segretario del Supremo Tribunale di Giustizia e successivamente fece parte del Supremo Tribunale Federale, e di Elisa Amália de Bulhões Pedreira. Venne battezzata con il nome di Elisa, ma dopo poco tempo i genitori lo mutarono in Zelia.
I suoi nonni paterni erano Luis Pedreira do Couto Ferraz e Guilhermina Amália Correia Pedreira, e i materni il commendatore José Manuel de Carvalho Bulhões e Justina Justa de Oliveira Bulhões. Tra i suoi parenti più stretti c’era lo zio paterno, il Visconte di Bom Retiro, la zia Baronessa di Anadia e il Visconte di Duprat, suo cognato.
La Serva di Dio ricevette una premurosa educazione letteraria, artistica e scientifica, rivelando una particolare tendenza allo studio delle lingue, infatti parlava e scriveva correttamente francese, inglese, spagnolo e italiano, e conosceva abbastanza bene anche il tedesco, il latino e il greco. A soli 14 anni traduceva dall’italiano al portoghese l’opera di Cesare Cantù “Il Giovinetto”, che pubblicava con il titolo “L’Adolescente”, un libro di 250 pagine, che venne regalato all’Imperatore Pedro II, il quale rispose con una gradita lettera.
A poco più di 19 anni Zelia si sposò con il Dott. Jerônimo de Castro Abreu Magalhães, ingegnere civile. Era il 27 luglio 1876, nella casa di campagna di Cachoeira, Tijuca.
Dopo che vissere un breve periodo nella citta di Petrópolis, si spostarono nella loro nuova residenza, nella Fazenda Santa Fé, vicino la piccola città Carmo do Cantagalo, nella Provincia di Rio de Janeiro. Fin da subito, la fazenda, si distingueva da tutte le altre per la sua forte vita cristiana. Il luogo era dotato di Cappella, in cui numerose volte al giorno Zelia si ritirava in preghiera, allo stesso modo gli schiavi che lavoravano lì cominciavano la giornata facendo delle preghiere guidate dalla stessa Serva di Dio.
Zélia si preoccupava costantemente della vita spirituale degli schiavi, per questo, sempre tutti partecipavano alla Messa, si confessavano e partecipavano alle catechesi, il tutto era sempre promosso da Zelia e il suo sposo. Era anche lei stessa a catechizzare sia gli adulti che i bambini. I due sposi trattarono i loro schiavi come persone libere, vivevano nella totale libertà e percepivano un salario. Quando fu approvata la legge sulla liberazione degli schiavi, il 13 maggio 1888, tutti gli schiavi della Fazenda Santa Fé rimasero lì e continuarono a vivere allo stesso modo, sempre sa persone libere.
Da questo felice matrimonio nacquero tredici figli, quattro morirono in tenera età, tutti gli altri, tre maschi e sei femmine, abbracciarono differenti Ordini Religiosi (Lazarista, Gesuita e Francescano; quattro Dorotee e due del Buon Pastore).
Dopo la morte di Jerônimo nel 1909, si preoccupò di assistere suo padre, la cui sposa moriva il 18 ottobre 1901, fino alla sua morte. Dopo di ciò, il 1° novembre 1913, Zelia concretizzava il suo antico desiderio di diventare religiosa, fece il suo ingresso nel Convento delle Serve del Santissimo Sacramento. Ma avendo una figlia molto malata e un figlio giovane preferiva aspettare un po’ di tempo prima di fare la professione perpetua.
Dopo aver venduto tutti i suoi beni e donando sia a persone che ne avevano bisogno e sia alla Chiesa, decise di prendere i voti religiosi, venne chiamata col nome di Suor Maria del Santissimo Sacramento, era il 22 gennaio 1918.
Zelia terminò in concetto di santità la sua edificante ed esemplare esistenza l’8 settembre 1919. Venne sepolta nel Cimitero di São João Batista, Rio de Janeiro, un anno dopo i suoi resti mortali furono portati nella Parrocchia di Copacabana dove attualmente si trovano.

Attore della Causa: Arcidiocesi di Rio de Janeiro (Brasile)

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